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Social Media E Bullismo sul Web. Cosa Si Sta Facendo A Riguardo

bullismo sul web

Il bullismo sul web rappresenta un atto di intimidazione, minaccia o molestia verso qualcuno tramite internet o i social media, ed è un comportamento dannoso che può avere gravi conseguenze emotive e psicologiche.

L’elevata propensione dei social media a diventare terreno fertile per stalker e cyberbulli era già nota da tempo. Tuttavia, le ultime notizie che mettono in discussione la capacità di protezione da parte di Facebook, Twitter e altre piattaforme riguardo al crescente numero di episodi di cyberbullismo, lasciano un sentimento di amarezza diffuso. Questo è particolarmente frustrante perché qualche tentativo timido era stato fatto da Facebook stesso, con la pubblicazione di linee guida mirate a informare genitori, ragazzi e insegnanti sui pericoli del cyberbullismo.

Un recente sondaggio online, coinvolgente più di mille ragazzi sotto i 18 anni, ha rivelato che il 47% degli intervistati ha ammesso di aver ricevuto messaggi di intimidazione o offensivi proprio attraverso i social media. Ancora più preoccupante è il fatto che molti teenager si sono iscritti a tali piattaforme quando avevano solo 12 anni, ignorando che l’età minima fosse di 13 anni. Quest’ultimo dato non giova affatto all’immagine dei social network e, al contrario, si prevede che contribuirà ad aumentare il numero di detrattori di queste piattaforme.

Statistiche del bullismo sul web

Sempre a proposito di Bullismo Sul Web, vediamo alcune interessanti statistiche messe al vaglio di genitori, studenti, o semplici interessati, da parte della Tulane University in Louisiana:

  • Circa 1 studente su 3 è incorso in episodi di bullismo sul web durante l’anno scolastico;
  • Solo il 15% degli studenti ha ammesso di essere stato preso di mira da cyberbulli;
  • Il 61% di studenti in sovrappeso ha denunciato episodi di bullismo on line;
  • Il 70% di ragazzi delle medie hanno assistito a episodi di bullismo;
  • Solo il 10% delle vittime di cyberbullismo ammetterebbero a un adulto di essere stati vessati da altri studenti;
  • Le ragazze hanno 2 volte in più la probabilità di incorrere in fenomeni di cyberbullismo rispetto ai ragazzi;
  • I ragazzi sono 7 volte più propensi a essere presi di mira da amici che da estranei;
  • Le vittime di cyberbullismo possono incappare in atti di suicidio da 2 a 9 volte in più rispetto alla media degli altri studenti.

Insomma, basterebbero soltanto queste ultime informazioni per mandare in tilt qualunque genitore dotato di buonsenso. Eppure, dare tutta la colpa ai social non è corretto: anche i genitori hanno le loro responsabilità riguardo alla prevenzione e al controllo dei minori. L’utilizzo informato di sistemi idonei a monitorare qualunque comportamento a rischio dei propri ragazzi potrebbe, in ultima analisi, rivelarsi una buona strategia preventiva.

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